IL DIABETE

IL DIABETE

DIABETE MELLITO


Si definiscono 'diabete mellito' (o 'diabete') tutte le malattie e condizioni che, non trattate, portano a un eccesso di zuccheri nel sangue (iperglicemia).


IL DIABETE DI TIPO 2 : La forma più frequente di diabete, il diabete di tipo 2 si manifesta generalmente dopo i 40 anni, soprattutto in persone sovrappeso/obese. La sua evoluzione è lenta e priva di sintomi. Gradatamente la persona perde la capacità di controllare l'equilibrio della sua glicemia. È comunemente noto come diabete dell'anziano, diabete alimentare' o con la sigla DM2 o T2DM. È la forma di gran lunga più comune con milioni di casi in Italia.


IL DIABETE DI TIPO 1 : Il diabete di tipo 1 è dovuto a una reazione autoimmunitaria che distrugge le beta-cellule del pancreas dove viene prodotta l'insulina. Essendo l'insulina necessaria a far entrare il glucosio nelle cellule, la persona con diabete di tipo 1 deve assumerla dall'esterno e fare in modo di averne sempre la quantità giusta nel sangue.

Il diabete di tipo 1 insorge spesso in età pediatrica. Circa 100 mila bambini e ragazzi in Italia hanno il diabete di tipo 1 e sono seguiti da una rete di Servizi di Diabetologia Pediatrica all'interno dei quali team specializzati sono in grado di prescrivere le terapie più appropriate e soprattutto di educare la famiglia e i ragazzi a una corretta gestione del diabete. La persona con diabete di tipo 1 infatti, sia nella infanzia, sia nella adolescenza, sia nella vita adulta, può svolgere una vita normale. Nessuna attività o obiettivo gli è precluso: esistono scienziati e fotomodelle, artisti e grandi campioni sportivi con diabete di tipo 1. Avere figli richiede programmazione e qualche attenzione, ma è perfettamente possibile. La persona con diabete deve tenere sempre presente l'effetto che ogni sua scelta, o ciò che gli accade, può avere sulla concentrazione di glucosio nel sangue. Questo significa misurare spesso la glicemia e, sulla base di questi dati, prendere delle decisioni: assumere una determinata dose di insulina, fare o non fare dell'esercizio fisico, mangiare o non mangiare sostanze contenenti carboidrati. Il diabete di tipo 1 insorge più spesso nei primi 30 anni di vita. Questo significa convivere per lunghissimo tempo con il diabete e quindi è fondamentale per la persona con diabete di tipo 1 mantenere il più possibile vicino alla norma la glicemia, evitando iperglicemie (quantità troppo elevata di glucosio nel sangue) che a lungo andare generano le complicanze ma anche ipoglicemie (carenza di glucosio nel sangue).

IL DIABETE GESTAZIONALE : Il diabete gestazionale è una forma temporanea di diabete che caratterizza una percentuale delle gravidanze. A partire dal secondo trimestre di gestazione la madre non riesce a tenere sotto controllo la glicemia. Questo tipo di diabete, che caratterizza una quota importante delle gravidanze, sembra scomparire dopo il parto. È chiamato anche diabete gravidico o GDM.

ALTRE FORME DI DIABETE : Esistono forme di diabete per così dire 'intermedie' fra il tipo 1 e il tipo 2 come il Lada (che insorge nella seconda parte della vita come il diabete di tipo 2 ma evolve presto verso la completa insulino dipendenza come il diabete di tipo 1) e il Mody una famiglia di condizioni molto diverse generalmente presenti in determinati ceppi familiari. Il diabete può essere secondario (cioè causato da un'altra malattia o da una terapia o da un incidente).

IL DIABETE COME FATTORE DI RISCHIO:

C'è una domanda che pochi osano formulare ad alta voce, soprattutto davanti a un medico: "Ma perché dovrei preoccuparmi del diabete?".

Apparentemente è una buona domanda. Il diabete di tipo 2 progredisce molto lentamente, non ha sintomi, non provoca dolore e sembra non provocare fastidi.

In compenso 'curare' il diabete richiede molto impegno. Bisogna pensare a tutto quello che si fa, inserire nella propria giornata delle attenzioni e delle routine, cambiare le proprie abitudini rinunciando a quelli che sembrano i più grandi vantaggi della modernità: l'abbondanza di cibo e la proscrizione della fatica (automobili, ascensori), spesso bisogna anche prendere delle pastiglie tutti i giorni più volte al giorno. Insomma il bilancio fra costi e benefici sembra poco conveniente.

La risposta è semplice. Il diabete è una condizione subdola. Come un tumore nella fase iniziale il diabete erode le arterie dall'interno, le fa ammalare, le erode e facilita il loro ispessimento e la loro ostruzione. E' un processo lento ma non poi così lento. Spesso nei pochi anni che intercorrono fra il vero inizio del diabete e il momento in cui è diagnosticato, quell'astuto nemico che è il diabete ha già rovinato le piccole arterie del cuore (le coronarie) in maniera sufficiente da porre le basi per un infarto o ha occluso quelle che portano sangue al cervello abbastanza per portare a dei deficit intellettivi o a una ischemia cerebrale, (ictus) nel termine medico.

Insomma il diabete non riconosciuto e non trattato è un fattore di rischio. Moltiplica il rischio di sviluppare gravi o gravissime situazioni che possono portare alla morte o a un handicap serio o comunque distruggere la qualità della vita propria e dei propri familiari.

Su questo aspetto tutti gli studiosi concordano. Anzi i dati più recenti mostrano come basti 'un poco di diabete' vale a dire una alterazione significativa ma non patologica della glicemia a digiuno o dopo il pasto per provocare un serio peggioramento. Viceversa è provato come una corretta gestione del diabete, soprattutto nei primi anni dalla diagnosi, permettano di ridurre nettamente il rischio cardiovascolare.

Questo sia perché con abitudini di vita sana e farmaci è possibile riportare a norma la glicemia, sia perché queste sane abitudini intervengono in modo decisivo su tutti gli altri fattori di rischio cardiovascolare: prima di tutto sulla ipertensione. Poche delle raccomandazioni che si fanno a una persona con diabete non contribuiscono - se seguite - ad abbassare anche la pressione arteriosa.

Insomma si interviene sul diabete per curare il cuore e il cervello. Per rimanere attivi e in salute il più a lungo possibile. Ecco perché dobbiamo preoccuparci del diabete!

 

PREVENIRE IL DIABETE:

PREVENIRE IL DIABETE DI TIPO 2 È POSSIBILE ?

E puntando a questo obiettivo si riduce drasticamente anche il rischio di sviluppare ipertensione, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e altri fattori di rischio. Come si fa? Agendo sulle proprie abitudini. Non si tratta di cambiar vita da un giorno all'altro ma di riscoprire certi piaceri e perseguirne con meno assiduità altri. Uno dei piaceri da riscoprire è certamente quello della vita all'aria aperta e del movimento fisico. Il nostro organismo è fatto per essere usato. Piscina, palestra, campi da gioco sono sicuramente l'ideale, ma c'è uno 'sport' che è alla portata fisica, logistica ed economica di tutti: camminare o andare in bicicletta. Mezz'ora di camminata a passo svelto o di bicicletta al giorno fanno letteralmente miracoli. La pressione migliora quasi istantaneamente, la glicemia scende verso livelli normali, si inizia a respirare a pieni polmoni e si riduce il 'giro vita'. Il metro da sarta intorno alla vita è l'indicatore migliore per chi vuole prevenire il diabete. La bilancia è traditrice perché uno degli effetti dell'esercizio fisico è quello di aumentare la massa muscolare e diminuire il grasso. L'organismo è molto più sano ma il peso scende di poco. La vita all'aria aperta e il movimento fisico sono una fonte di gioia. Lo diciamo in senso letterale. Il movimento aumenta le endorfine, le sostanze che il nostro cervello interpreta appunto come piacere. Certo è necessario trovare il giusto equilibrio. Fare troppo significa affaticarsi e deprimersi. Fare poco non è sufficiente. I piccoli progressi quotidiani alimentano crescenti gratificazioni, come ad esempio scoprire che la distanza o la velocità che fino a un mese prima risultava proibitiva, oggi è perfettamente normale. E questo vale a tutte le età. Nonostante questo è possibile che col tempo la motivazione venga meno. Un inverno un poco più lungo del previsto. Una malattia intercorrente o un periodo fitto di impegni… quando si interrompe il ritmo riprendere diventa difficile. Per questo è importante inserire l'esercizio fisico dentro le proprie abitudini giornaliere. Camminare o prendere la bici per andare al lavoro per esempio. Meglio ancora è fare queste cose insieme a qualcun altro. L’altro pilastro nella prevenzione del diabete è la corretta alimentazione. Anche qui la strada maestra non consiste nel fare rinunce o sacrifici particolari. Occorre gradatamente riscoprire piaceri dimenticati: il ritorno ai cibi genuini, ai prodotti nostrani, senza ricorrere a cibi preconfezionati o di origine non nota; consumare nelle giuste proporzioni tutti gli alimenti: carne, pesce, formaggi, pasta, pane, verdure, ortaggi, frutta. E gli zuccheri? Il diabete di tipo 2 non 'viene per colpa degli zuccheri'. Caso mai deriva dal sovrappeso o dalla obesità. È vero che la persona con diabete deve ridurre di molto i cibi 'dolci' ma per prevenirlo è più importante ridurre l'intero carico di calorie. In ogni pasto ci deve essere una porzione di carboidrati (pasta o riso, pane, patate,) ma solo una. Le porzioni poi andrebbero gradatamente ridotte. L'unico 'no' assoluto riguarda i fuori pasto, le 'merendine' e le bibite dolci. Queste andrebbero davvero dimenticate. Se si ha fame fra un pasto e l'altro significa che non si è mangiato abbastanza nel pasto precedente. Se questa alimentazione, sana variata e moderata diventa la norma si può ridurre il sovrappeso e prevenire diabete e ipertensione anche concedendosi di tanto in tanto qualche sfizio. Il diabete di tipo 1 invece al momento non si può prevenire. Prima di tutto perché le persone 'a rischio' di svilupparlo (figli e soprattutto fratelli di persone con diabete di tipo 1) rappresentano solo una minoranza dei casi. Nel 95% dei casi il diabete di tipo 1 appare in famiglie dove non ci sono stati casi simili. In secondo luogo anche tra le persone a rischio finora nessuna strategia preventiva si è dimostrata abbastanza efficace

 

LA TERAPIA DEL DIABETE:

IL DIABETE è una condizione cronica.

Non si 'guarisce' dal diabete. Se non si interviene, la glicemia, vale a dire la concentrazione di zucchero nel sangue tende ad aumentare.

NEL DIABETE DI TIPO 1

la persona perde rapidamente la sua capacità di produrre insulina, un ormone necessario per la vita. Deve quindi assumerlo dall'esterno ogni giorno attraverso diverse iniezioni o in modo continuativo attraverso un microinfusore.

NEL DIABETE DI TIPO 2

la capacità di produrre insulina non viene persa immediatamente. In una prima fase l'organismo riduce la sua capacità di utilizzare l'insulina prodotta (insulinoresistenza). Il pancreas, che all'inizio compensa il fenomeno aumentando la produzione di insulina, perde gradualmente la sua capacità di produzione.

La terapia del diabete di tipo 2 punta allora:

a ridurre l'insulina resistenza

a rallentare l'evoluzione del diabete

Questi obiettivi si raggiungono in primo luogo migliorando le abitudini di vita: ridurre la sedentarietà, aumentare l' esercizio fisico, ridurre la quantità di calorie in generale e di grassi animali in particolare. A questo si può aggiungere una terapia farmacologica svolta attraverso l'assunzione quotidiana per lunghi periodi o a vita di determinate classi di farmaci.

CONSIGLI E SUGGERIMENTI: Alla persona con diabete non si suggeriscono generalmente 'diete' o 'sacrifici' di breve termine. La sfida che il diabete pone è quella di far crescere le proprie abitudini selezionando quelle più salutari e abbandonando gradatamente quelle che non lo sono: riscoprire il piacere del movimento o dei cibi sani e naturali per esempio, rinunciando sempre più spesso alla 'comodità' dell'auto, del divano o al gusto facile e pesante di un pasto ricco di grassi.

Non si tratta di una sfida da poco. In compenso però le scelte richieste dal diabete permettono di prevenire e combattere in modo molto efficace anche altre condizioni: l'ipertensione prima di tutto o l'eccessiva coagulazione e soprattutto vedrà ridursi il sovrappeso che è probabilmente la base di molti fattori di rischio cardiovascolare.

 

CHI CURA' IL DIABETE?

La persona con diabete, aiutata dai propri familiari, è il protagonista di ogni possibile intervento terapeutico in ogni forma di diabete. La terapia del diabete non può essere affidata ai soli farmaci. Le scelte vincenti sono quelle compiute ogni giorno, ogni ora dalla persona con diabete.

Solo nella sua quotidianità, la persona con diabete può contare però su molti alleati. L'Italia è da tempo all'avanguardia nel mondo nella terapia del diabete grazie alla struttura che si è data per contrastarlo, all'elaborazione teorica delle Associazioni Scientifiche operanti nel settore e alla continua opera di stimolo e proposizione delle Associazioni fra persone con diabete.

LA SFIDA DELLA CRONICITÀ : Il sistema sanitario italiano (e non solo) si è sviluppato soprattutto per far fronte a malattie acute che richiedono una concentrazione di interventi complessi eseguiti in un breve arco di tempo senza bisogno della piena collaborazione del paziente .
In questo tipo di interventi sono centrali l'ospedale (inteso come luogo specializzato nelle alte intensità di cura) il singolo medico specialista e la terapia farmacologica o l'intervento chirurgico.
La sfida principale alla salute però oggi proviene soprattutto da malattie croniche come il diabete. La loro cura richiede invece presenza capillare sul territorio, intervento diffuso su un lunghissimo arco di tempo, pieno coinvolgimento del team, intervento di molte figure diverse

 

PERCHÉ È IMPORTANTE CONTROLLARE IL DIABETE?

Il 'segno' del diabete è l'iperglicemia vale a dire una concentrazione eccessiva di zuccheri (glucosio) nel sangue. La terapia di ogni forma del diabete punta a riportare il più possibile vicino alla norma i valori glicemici in ogni momento della giornata. La persona con diabete può essere messa in grado di misurare la propria glicemia in ogni momento con strumenti facili da usare. è l'iperglicemia vale a dire una concentrazione eccessiva di zuccheri (glucosio) nel sangue. La terapia di ogni forma del diabete punta a riportare il più possibile vicino alla norma i valori glicemici in ogni momento della giornata. La persona con diabete può essere messa in grado di misurare la propria glicemia in ogni momento con strumenti facili da usare.

 

LE COMPLICANZE SPECIFICHE DEL DIABETE :

L'IPERGLICEMIA È LA CAUSA PRINCIPALE DI UNA SERIE DI PATOLOGIE DEFINITE 'COMPLICANZE'.

Il diabete può causare in modo specifico e diretto - soprattutto se non è tenuto sotto controllo - delle serie patologie di natura microvascolare dovute cioè all’occlusione e al deterioramento dei piccoli vasi sanguigni di molti organi. Si tratta:

RETINOPATIA DIABETICA (i capillari della retina si deteriorano e rendono gradualmente difficile la visione) 

NEFROPATIA DIABETICA (i 'filtri' presenti nel rene perdono gradatamente la loro funzionalità)

NEUROPATIA DIABETICA PERIFERICA (i nervi soprattutto nelle aree più distanti dal cervello come il piede e la gamba perdono sensibilità)

PIEDE DIABETICO (la diminuita sensibilità rende più facile la formazione di ulcere e infezioni, i capillari spesso occlusi ostacolano la naturale reazione dell'organismo rendendo difficile o impossibile la guarigione naturale dei tessuti)